XX^ dom. T.O. – 14.08.’16
OGNI SCELTA PROVOCA UNA DIVISIONE. E SCEGLIERE DI SCEGLIERE E’ SEMPRE PIU’ COMPLESSO
dal vangelo di Luca (12,49-53)
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto! Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».
Introduzione
Ci viene in aiuto la sapienza intellettuale dell’esistenzialismo di Heidegger: “scegliere è decidere e decidere è recidere”. Ed è così. Ogni scelta che facciamo provoca in noi e in chi sta attorno a noi almeno una duplice reazione: chi acconsente e chi no; e dentro al consenso o al suo opposto rifiuto vi stanno le ragionevoli motivazioni degli uni e degli altri. Ogni scelta, in ogni ambito, iniziando dalle scelte più interiori che dovremmo tornare a prendere, provoca una divisione: anzitutto dentro di sé e, di conseguenza, attorno a sé. Certo è che ogni scelta deve essere sorretta da una buona lettura della storia per non cadere nell’ambiguità dell’opportunismo o della superficialità. Certo è che ogni scelta, qualunque essa sia, non solo divide, ma espone se e gli altri ad una rinnovata responsabilità. Ecco perché scegliere è complesso: è un lavoro della mente, del cuore, dell’intelligenza, dell’intuizione, della prudenza. Tuttavia, pur complesso che sia, non posso non scegliere e oggi, più che mai, è diventato più complesso scegliere di scegliere.
Il fuoco della Parola che divide
«Sono venuto a portare il fuoco il fuoco sulla terra»: non è un annuncio disfattivo di Gesù, piuttosto è una lettura profonda che egli stesso dà alla sua Parola. Gesù è cosciente che le sue parole divideranno, troveranno degli assensi e dei dissensi; è cosciente che la sua Parola provocherà gli animi di chi lo ascolta, perché con essa Egli fende gli interessi dell’uomo per portarlo a uno stile di vita differente, una vita che intreccia fede e storia, una vita che sarà più impegnativa, vissuta con più responsabilità e coscienza, una vita più capace di rivelare nella propria storia e nei propri impegni che lo stile assunto è quello del Vangelo, della Sua Parola che guida e che salva. Non deve preoccupare la divisione che la Parola genererà, perché la divisione è già annunciata dal Vangelo fin dal «padre, madre, figlio, figlia, nuora, suocera»: deve piuttosto preoccupare lo scandaloso poco interesse di costruire una vera unità. Per fare ciò, però, ciascuno dovrà iniziare da se stesso tornando ad unificare la propria mente al proprio corpo, alle proprie forze, al proprio spirito, al proprio cuore persino fin dentro la sua stessa vita di casa: è, infatti, all’interno che si celano le nostre prime grandi divisioni che prima o poi usciranno all’esterno. E divideranno solo per interesse.
Costruire l’unità senza perdersi d’animo
Se la divisione evangelica è chiara, altrettanto chiaro dovrà essere il concetto di unità: non si intende unificazione o giustapposizione o miscuglio di volontà. Per Gesù l’unità è la strada e non la meta, e per unità Egli intende l’unificazione degli animi alla Sua Parola che è via, verità e vita. Un animo unito è un animo capace di rivelare concordia di sé, accordo di mente, forze e spirito. E siccome questo è un labor, non occorre perdersi d’animo, piuttosto «quanto desidero che sia compiuto». Sentiamoci una comunità capace di smuovere gli animi, sempre e ovunque, e non solo muovere un po’ di cenere per far apparire un po’ di brace ogni tanto.