XIX domenica T.O.; 10.08.’14

LA CHIESA E IL DISCEPOLO: IL VENTO DELLA TEMPESTA E IL SOFIO DELLO SPIRITO

tempesta3Le paure che ci abitano e le tempeste che generiamo

Non risulta difficile per nessuno considerare la propria vita come un cammino dove i passi solcano una strada a volte pianeggiante, quando non in discesa o in salita: a volte attraversiamo sentieri nella nostra storia che ci chiedono di aumentare il passo, a volte di fermarci e, spesso, di fare i conti con gli ostacoli sul cammino. Siamo onesti con noi stessi: non sempre ce la facciamo e, quando risultiamo perdenti, i passi stessi si caricano di pesantezza, il cuore si intristisce, lo sguardo diventa miope e appannato. Insomma, a volte ci sono delle difficoltà che in noi diventano paure, nuovi timori carichi di domande sempre più nuove. E così, più che solcare i selciati della vita, pare di attraversare i mari burrascosi delle nostre stesse esistenze: ci abitano nuove paure inaspettate, paure che generano dentro di noi inquietudini e tempeste. Il vento era contrario e la barca era agitata dalle onde: è l’esperienza del discepolo quando non ha più avanti a sé il Maestro. Gesù si era ritirato in disparte, sul monte, dall’altra parte della riva, ma per passare di là ha attraversato il mare della storia sospinto dal vento dello Spirito. Lo lasciamo andare e a volte nemmeno vogliamo seguirlo a distanza e così anche la nostra barca risulta distante molte miglia da terra, lontano da quella terra dove ci attende il Signore: il cammino diventa difficile, colmo di intemperie. Diventiamo instabili dentro di noi, destabilizziamo chi sta attorno a noi e dentro loro generiamo immotivate tempeste; quanti venti di discordia facciamo soffiare nell’intimo di tante persone; quanti mari quieti non facciamo solcare a chi vuole giungere ad una riva di serenità e pace; quante vittorie abbiamo guadagnato sopra il dolore e la fatica di altri.

La poca fede è tiepidezza interiore: chiesa e discepoli

Nasce la domanda sulla Chiesa: è lei che solca il mare della vita e della storia, è lei che porta su di sé i discepoli, è lei che traghetta verso il suo Signore chi lo riconosce come tale ed esclama davvero tu sei il Figlio di Dio. Ma questa barca, questa Chiesa ha quella fede che il Maestro le ha donato? Eppure il Signore va incontro alla sua Chiesa, sballottata dalle onde della storia: le va incontro per donarle ancora una volta il suo amore: il Signore viene incontro a ciascuno di noi, ci precede e non ci lascia soli, ma chiede fede! chiede verità verso di lui! Chiede fiducia nella sua Parola! E chiaro il rimprovero generale uomini di poca fede, me è altrettanto chiaro quello personale perché hai dubitato?, e di noi si rammarica. Noi siamo così: siamo Chiesa del Signore, discepoli sulla barca che fende il tempo e la storia; ma siamo anche discepoli a volte tiepidi, superficiali, che sfidano il Signore piuttosto che affidarsi a Lui. E così, il rischio è quello di diventare discepoli che non si sostengono a vicenda, ma che, per salvarsi singolarmente, esclamano Signore, dimmi di venire da te sulle acque. Povero Pietro e poveri noi quando siamo come lui.

La brezza dello Spirito: sostegno e guida contro le tempeste

Come solcare la storia e la vita? Lasciamoci sospingere dal sussurro di una brezza leggera, quella che già abita in noi per il Battesimo e per la grazia dei sacramenti che riceviamo; per la carità cristiana che viviamo; per la preghiera comunitaria che condividiamo. Non il vento impetuoso o il terremoto delle nostre superficialità, ma lo Spirito che ci ha resi figli di adozione in Cristo: così siamo forti, con lo sguardo al Signore. Avanti a noi.