V dom di Pasqua 18.05.’14
L'oscurità dei sentimenti illuminati dal nostro buio
Sulle strade illuminate dal nostro buio.
Camminare è indole dell’uomo; guardare avanti ne è la sua forza. Ma quali sentieri percorrere perché la nostra vita sia bella, buona, alta? Credo sia inutile accusare le strade che il mondo ci offre, ma diventa più opportuno e necessario fare un serio esame di coscienza su quali strade abbiamo deciso di camminare. Quali solchi attraversare? Quali mete raggiungere? Ciascuno è responsabile delle sue scelte attraverso le quali, in un modo o nell’altro, coinvolge chi sta accanto: condividiamo emozioni e dispensiamo solarità, ma pure feriamo senza saperlo e, se richiamati, troviamo giustificazioni di sorta perché non è ammissibile che noi si sbagli. A volte scegliamo di camminare sui sentieri della nostra altezzosità, della nostra fierezza di essere giunti fin dove siamo: ma sono anche sentieri che ci allontanano dagli altri, pretendendo da loro un segnale, quasi a darsi ancora delle ragioni. Sono i sentieri illuminati dal nostro buio che generano solitudine, abbandono, silenzio: queste e altre diventano le nostre luci, luci che diffondono attorno a noi il buio che sta dentro noi. Così, sui nostri sentieri noi stessi diventiamo pietra d’inciampo: è l’apostolo Pietro a richiamarci non allo scandalo morale, ma allo stile che ci rende causa del male verso altri: sentieri tortuosi e strade buie che ci rendono deludenti agli altri, quando invece dovremmo essere pietre vive, scelte e preziose, che danno fondamento a chi vacilla. Inciampiamo noi, facciamo cadere altri e la rovina è peggiore.
Io sono la via. Il buio rischiarato dalla vera Luce.
La vita ci presenta opportunità, occasioni che possono diventare momenti di riscatto oppure tentazione di smarrimento e di disastro: la promessa di Gesù è altrettanto chiara quando dice Io sono la via: una parola schietta, aperta, decisa di Cristo. Il Risorto non solo rincuora, sorregge, ma con la grazia della Risurrezione ora si presenta con una parola che illumina e che, con forza centrifuga, allontana tutte le altre: camminare sulla via che il Signore indica, significa non camminare su quelle vie che renderebbero la nostra vita non così bella e di buona reputazione. Siamo onesti: da soli non possiamo rischiarare il nostro buio e spesso ci accorgiamo che se avessimo accanto persone sagge e belle, anche i nostri passi sarebbero veramente differenti.
La promessa di essere ancora più grandi
Dentro a questo invito di restare legati al Signore e di essere autenticamente discepoli, il Risorto non si dona come via da seguire, come verità da ascoltare, vita da vivere, ma consegna ai suoi – e a noi oggi – la grande promessa che ogni discepolo potrà compiere opere più grandi di queste. Non si tratta di fare miracoli o di avere qualche dono particolare, ma di diventare sempre più capaci di realizzare la propria vita: il senso e l’orizzonte verso cui guardiamo diranno i passi e i sentieri che calpestiamo. Non si tratta di comportamenti, ma di stile.