Le Palme – 29.03.’15
LO SCANDALO DELLA CROCE. FALLIMENTO DI DIO O RISCATTO DELL'UOMO?
Passione di Gesù secondo Marco (14,1-15,47)
Nella tua debolezza, la mia forza
Dove è finita quella forza che ha reso Gesù credibile davanti agli occhi di tutti? Dov’è quella grazia per cui ogni parola che usciva dalla sua bocca sollevava, sanava, guariva, allontanava persino il maligno e restituiva la vita a chi era morto? Perché l’umiliazione, le accuse, gli scherni, le risa? Perché poche parole dalla Croce, nessun lamento ma solo alla fine «dando un forte grido, spirò»? Chi ha vissuto tutta la sua esistenza nell’Amore verso gli altri non poteva concludere la sua vita che donando se stesso. Questo è lo scandalo che interpellala tutti, sempre. Ma anche quando siamo interpellati dall’amore abbiamo spesso il coraggio della presunzione per dire «lasciate, vediamo se viene Elia a salvarlo». Quando il cuore dell’uomo è toccato nella sua verità e gli è svelato che l’amore non era quello che pensava e che viveva, allora quel cuore presuntuoso diventa infingardo, menzognero, ipocrita e alza le sue difese. Quante menzogne difendiamo nella nostra vita spacciandole per verità? «Tu che distruggi il tempio, salva te stesso e scendi dalla croce»: quante volte di fronte alla storia di altri ci poniamo come giudici che attendono uno sbaglio solo per accusare e recriminare le proprie verità? Chissà quanti se ne sono andati da quello spettacolo sul Golgota scuotendo la testa davanti al fallimento di Gesù, di colui che non ha mai cessato di dire «chi vede me, vede il Padre», di colui che si è fatto conoscere come il Messia, il Figlio di Dio. Quante domande: come è possibile credere in un Dio così? Perché Dio Padre lo ha lasciato in balia di se stesso? Dov’è nella Passione di Gesù? Domande a cui non possiamo rispondere: Gesù muore come un malfattore, come un bestemmiatore, come un impostore e la crocifissione era la pena per i maledetti da Dio.
La Croce è la verità dell’amore
Siamo anche noi sotto la Croce di quell’uomo di Nazareth pronti ad insultarlo, schernirlo, beffeggiarlo ogni volta che giustifichiamo il nostro poco ascolto di Lui, della sua Parola. Siamo coloro che lo deridono ogni volta che offendiamo il genere umano, lo usiamo e lo bistrattiamo a nostro piacimento e tornaconto denigrando in noi e in chi sta attorno a noi la presenza della sua Immagine seminata in ciascuno. La Croce dice la più grande verità di Gesù: la sua totale e fedele dedizione alla volontà del Padre che è l’Amore, il dono di sé, la gioia del darsi, del donarsi. Gesù è l’esempio più alto di come si ama Dio e come si ama l’uomo: nella libertà e nella verità. Ci deve essere di monito – forse scandalo non lo crea quasi più – la prima grande confessione di fede del centurione, un uomo pagano che «avendolo visto spirare in quel modo disse: “davvero quest’uomo era Figlio di Dio”». Il suo fallimento è per ciascuno motivo di delusione, di rimprovero per aver dato tempo e ascolto alle sue parole: Dio ha fallisce ogni volta che il cuore dell’uomo non si converte, non si lascia toccare dal suo Amore. Ma è proprio il fallimento di Dio a dire il suo essere diventato uomo: passibile. Come noi. Da questo suo fallimento hanno origine e iniziano tutti i nostri riscatti. Se lasciamo che la sua grazia operi ciò per cui essa è donata, cioè salvarci.