II domenica di Pasqua. 27.04.’14
Vedere e toccare. I verbi della fede. Tommaso e il Risorto
Vedere e toccare. Verbi del discepolo
Abbiamo visto il Signore: è il grido di liberazione di Pietro e dei suoi compagni a Tommaso, assente quella sera. E’ il grido che di quel sepolcro la cui pietra non era stata ancora rimossa: il sepolcro della paura, del timore, la fuga e il rimpianto che li ha portati a chiudersi tutti nella stanza, sprangandola. E Tommaso è apistos (in greco, senza fede), così lo chiama Gesù Risorto“non essere incredulo, ma credente: Gesù Risorto ha ascoltato le sue parole, ha sentito il rumore del suo cuore: se non vedo … se non metto il dito. Tommaso è il vero discepolo, è colui che vuole vedere: è stato così fin dall’inizio “venite e vedrete” Gesù ha detto ai primi discepoli; è stata così la corsa di Pietro al sepolcro che entrato vide e credette. Vedere, come toccare, sono i veri verbi del discepolo: il verbo che mette in moto il cuore, la mente, persino le gambe. Ed è così oggi: chi non vuole vedere, non si muove, sta fermo, resta sul suo, non decide di uscire, di cercare…non si decide per il Signore. Ma si muove per altro, per i suoi interessi, per giustificare le sue scelte, per non lasciarsi nemmeno provocare da una parola che non sia la propria.
Dio vuole toccare e vedere dove siamo
Penso a molti ragazzi, giovani che non si muovono più verso il Signore, che non vogliono vederlo, incontrarlo, da Lui sentirsi amati. Penso a molti adulti che si lasciano prendere dalla stanchezza e la loro parola diventa non voler vedere nessuno. Più nessuno… nemmeno il Signore. Eppure Lui è lì, stette in mezzo, viene nell’ ottavo giorno, nel giorno della Comunità che lo celebra Risorto: Gesù Risorto sceglie di venirci incontro per stare al centro delle nostre esistenze, dentro le nostre vite, dentro le nostre stanchezze e delusioni, le nostre paure e timori, le nostre solitudini e noie. E’ Lui che sceglie di frasi vedere, di farsi toccare metti qui il tuo dito…tendi la tua mano: è Dio che non aspetta l’uomo, ma gli va incontro. Tommaso è il segno più bello della vita di un credente: vuole vedere! La fede non è una cosa da fare, non è un insieme di pratiche, ma è una vita nuova vissuta in una relazione nuova e questa è cosa da vedere. La prima fede da vedere è la Comunità dei credenti.
Il Risorto si vede e si tocca nella Comunità
Siamo Chiesa, figli di Dio, eppure quanto spesso non si vede in noi la gioia di esserlo. Il Risorto ci chiede di renderlo visibile nella Comunità, una comunità che si raduna per spezzare l’unico pane e per spezzarsi e divenire pane per altri. E beati coloro che non hanno visto e hanno creduto. Tommaso, detto Didimo (in greco, gemello): gemello di chi? Nostro? Tommaso ci consegna la beatitudine più vicina a noi per cui crediamo senza vedere, ma vedere deve restare per noi un desiderio e una ricerca che apre una strada del Signore verso di noi. Ma noi, vogliamo vedere il Signore? Se c’è quest’ansia, allora sentiamoci “beati”.