Giovedì Santo 16.04.’14
Ancora oggi Gesù si china sui miei piedi
“Gesù, versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli” (Gv 13,5). I nostri piedi dicono il desiderio del cammino e i nostri passi altro non sono che piccole quotidiane tappe dentro il sentiero della storia: essi sono rivolti in avanti, quasi a dirci che non si può più tornare indietro. Non si torna indietro nel tempo, neppure nella storia, al massimo possiamo tornare indietro nella memoria, ma non nei fatti vissuti, ormai trascorsi e sui quali abbiamo già posto i nostri passi. Ancora: i nostri piedi dicono il nostro desiderio, il nostro sperare, il nostro continuare a camminare nonostante le salite, le rocce da superare, i dirupi da colmare, attraversare e che spesso allungano il sentiero.
Ma i nostri piedi dicono anche la nostra fuga: sì, a volte siamo dei vigliacchi e i piedi diventano nostri alleati quando sfuggiamo alle nostre responsabilità, quando non vogliamo ammettere la nostra superbia, quando sappiamo di aver tradito o rinnegato e nonostante tutto corriamo altrove, cerchiamo rifugio in qualcuno che possa dare ragione ai nostri passi meschini, alle nostre scelte egoiste.
Eppure proprio qui il Signore Gesù ci meraviglia: lì, proprio ai nostri piedi, fieri di guardare avanti e vigliacchi nella fuga, lì il Signore si china; chiede di togliere i sandali e di svestirci di paure e ipocrisie; li lava con acqua che purifica anche dal granello più piccolo delle nostre sozzure; li bacia, perché ci chiede di fare passi nuovi, buoni, belli. Ancora oggi il Signore si abbassa sui miei piedi e lo fa prima di donarsi nell’Eucaristia: sì, non si può mangiare il Pane della vita se la nostra vita non è pane per gli altri.
Signore, fa che i miei piedi possano essere ancora lavati da te; che il tuo Pane sia sempre cibo per me. Rendimi sentiero per altri e nutrimento di verità per chi cammina sui sentieri della mia vita. Quella che percorro ogni giorno.