Francesco e il mondo politico

Santa Marta, Giovedì 27 marzo '14

parlamento Dio e gli uomini. Lamentele e giustificazioni

Interessante prospettiva di lettura e di intervento che Papa Francesco dirige verso i 518 politici presenti alla messa presieduta presso l’altare della Cattedra nella Basilica di San Pietro. “Dio, il Signore, si lamenta – afferma Francesco -, si lamenta di non essere stato ascoltato lungo la storia“, si lamenta di un popolo che ostinatamente indurisce il cuore verso le parole che il Signore dà per mezzo dei suoi profeti e ministri e questa durezza è un vero allontanarsi da Dio. E il popolo si allontana perché non è più guidato con amore, ma solo con interesse. Ecco la storia dell’infedeltà.

Gesù e le autorità. Peccato e corruzione

Gesù parla diversamente: parla all’uomo semplice, ma anche a colui che ha in mano le sorti della polis. Gesù con autorevolezza condanna chi viveva “soltanto con l’interesse nelle sue cose: nel suo gruppo, nel suo partito, nelle sue lotte interne. E il popolo, là… Avevano abbandonato il gregge”. Continua Francesco, “tutti siamo peccatori, tutti. Tutti noi che siamo qui siamo peccatori. Ma questi erano più che peccatori: il cuore di questa gente, di questo gruppetto con il tempo si era indurito tanto, tanto che era impossibile ascoltare la voce del Signore. E da peccatori, sono scivolati, sono diventati corrotti. E’ tanto difficile che un corrotto riesca a tornare indietro. Il peccatore sì, perché il Signore è misericordioso e ci aspetta tutti. Ma il corrotto è fissato nelle sue cose, e questi erano corrotti. E per questo si giustificano, perché Gesù, con la sua semplicità, ma con la sua forza di Dio, dava loro fastidio. E, passo dopo passo, finiscono per convincersi che dovevano uccidere Gesù”.