31.12.’17 Ultimo Giorno dell’Anno

IL TEMPO E LA QUALITA' DELLA NOSTRA VITA

tempo-clessidra

dal Vangelo di Luca (2,16-21)
In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro. Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.

Riflessione
Giungiamo alla fine di un anno ed è sempre doveroso fare una riflessione sul tempo che lasciamo alle nostre spalle, di come lo abbiamo trascorso, degli eventi che ci hanno attraversato. Alcuni di essi ci hanno chiesto impegni che abbiamo vissuto con umori e preoccupazioni che non ci saremmo mai aspettati, altri ci hanno permesso di fare esperienze che abbiamo desiderato, costruito, voluto. Insomma il tempo ci ha chiesto e sempre ci chiede di fare i conti con lui: infatti, sia che subiamo alcuni eventi, sia che ne siamo protagonisti, ci accorgiamo che il tempo attraversa le nostre storie. A volte abbiamo la sensazione che esso ci superi, che esso corra più di noi e rispetto a lui siamo sempre in ritardo, cioè siamo talmente affaccendati o, di contro, talmente distratti che quando noi arriviamo lì dove dovevamo giungere, dove siamo chiamati ad esserci pronti e attenti, lui se n’è già andato, e non c’è più tempo per… A volte invece abbiamo la sensazione che tutto scorra così lentamente, sembra che alcuni eventi non si decidono di uscire dalla nostra vita, sembra di camminare con le gambe legate, sembra non arrivare mai là dove abbiamo il desiderio di arrivare: pensiamo quando vogliamo raggiungere un po’ di serenità, un po’ di pace pur vivendo situazioni che ci stanno creando sempre più preoccupazioni, rendendoci inquieti e irrequieti, ansiosi e brontoloni. Sta di fatto che in un modo o nell’altro, nessuno di noi è padrone del tempo; ma con ciò nemmeno possiamo ridurci ad essere suo schiavo: il tempo di chiede dargli anche rispetto affinché la nostra vita sia vivibile. Più trascuriamo il tempo più il tempo si ammala e vive le sue patologie che, da buon signore, ci riconsegna, riversandole su di noi: nevrosi, impazienza, trascuratezza, superficialità, ozio. Dobbiamo trasformare nuovamente il tempo in occasione di relazioni, di incontri con l’altro; in occasioni in cui valutiamo le scelte da prendere o quelle già prese; in occasioni per rientrare in noi stessi e riprenderci il tempo perduto e ridare al tempo la sua dignità. Non dimentichiamo mai che la qualità della nostra vita dipende dal tempo. Dunque siamo certi di due cose: anzitutto che il nostro tempo passa e più passa, più si avvicina la nostra fine – e questo ci deve fare riflettere; ma è vero anche che Dio si è fatto visibile nel tempo e lo ha reso sacro, cioè importante e vivibile, consegnandolo alla nostra responsabilità.