28 settembre ’14 – Festa Patronale di San Michele Arcangelo

LA LOTTA: NOI SIAMO L'ARMATURA DI DIO

san michele 2014San Michele Arcangelo, dal disordine all’armonia

Rappresentato come un soldato, rivestito dell’armatura, coi calzari ai piedi, l’elmo e la lancia (o la spada), fiero della sua vittoria sul demone, San Michele Arcangelo ci permette di entrare in quel mistero divino di vittoria sul male: la nostra storia è un continuo confronto, incontro, scontro tra il bene che desideriamo fare e il male che non vorremmo fare, così come ci ricorderebbe San Paolo («io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio» Rm 7,19). Gli spiriti celesti sono chiamati a collaborare all’azione di Dio perché Dio stesso possa essere accompagnato nel tempo, dentro una storia che vive il suo conflitto col disordine, col caos, con il male così come la Scrittura ci racconta fin dalle origini quando Dio sceglie di mettere ordine «e vide che era cosa buona» (Genesi), per giungere al tempo della vittoria ultima dello scontro finale e della vittoria del bene sul male «la città non ha bisogno della luce del sole né della luce della luna perché la gloria di Dio la illumina e la sua lampada è l’Agnello» (Ap 21,22).

Ciascuno è impegnato nella lotta

La lotta impegnerà l’uomo, ciascuno di noi, tutta la vita: dalla lotta interiore che chiederà di fare i conti con il nostro spirito e impegnerà il dominio di sé contro tentazioni e suggestioni; fino a quella esteriore, quella delle relazioni, la lotta nei conflitti familiari, sociali, amicali, comunitari, ecclesiali. Nascere e morire sono una lotta: venire alla luce è già vivere una lotta, uno sforzo che creerà una ferita, un dolore; ma anche morire è vivere una lotta per cercare l’ultimo respiro e combattere per non soccombere. Ma tra il nascere e il morire vi è tutta la nostra storia, la nostra vicenda dentro le vicende di altri. Così la lotta diventa paradigma in cui ciascuno dovrà misurare la propria forza, le proprie resistenze: e questo chiederà allenamento, fedeltà alla volontà… ma la lotta è anche fare i conti con la propria vulnerabilità, la propria fatica, la propria sconfitta.

Fede, speranza e carità: l’Armatura di Dio in noi

Rivestirci dell’armatura di Dio è armarsi nella fede, nutriti dalla speranza, e vivere della carità: cosa ci rende forti davanti a Dio e davanti agli uomini se non il coraggio di armarsi di quella fede che dice l’amore di Dio per me e che io nutro nella preghiera, nei sacramenti… nutrirsi di quella speranza che dice il coraggio di uno sguardo possibile posto sempre in avanti, non nostalgico, non malinconico… vivere della carità, cioè dell’amore, l’abito vero di Dio. La vittoria sul male è possibile fin dal suo inizio, cioè fin da quando scelgo di lasciarmi amare da Dio.