28.01.’18 – IV^ dom T.O.
TRA LE GIORNATE, UNA GIORNATA DIFFERENTE PER ESSERE DIFFERENTI
dal Vangelo di Marco (1,21-28)
In quel tempo, a Cafarnao Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!». La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.
Introduzione
Conosciamo molto bene il nostro vivere e tutti siamo concordi nel dire che le nostre giornate sono sempre sotto il segno del tempo: c’è fretta fin dal mattino e i verbi all’imperativo ce lo dicono ampiamente; c’è ansia che non succeda qualcosa di grave e le difficoltà che viviamo rivelano questa nostra tensione; c’è necessità di stare ai passi con il lavoro e le cose da fare in una giornata sono veramente tante. Ma è possibile che queste siano le nostre giornate-tipo? Tutte? Se siamo onesti ci accorgiamo di come persino i fine settimana sono diventati giorni di lavoro o giorni caricati da lavori e impegni lasciati da parte. Crediamo sia possibile andare avanti così? O possiamo impegnarci sul serio a fare qualcosa perché almeno una giornata tra i sette giorni di una settimana sia vissuta in modo differente? Credo sia possibile, ma dobbiamo avere il coraggio di riprenderci il tempo nel quale viviamo e far sì che un giorno alla settimana sia vissuto decisamente in modo differente, caratterizzato dalle relazioni, dagli incontri, dalle amicizie, dalla preghiera. Almeno uno.
La giornata differente di Gesù
Così è ciò che avviene a Cafarnao, quando «Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, insegnava». Anche Gesù vive giornate intense di cammino, di relazioni, di vita con la gente, opera prodigi, porta una parola nuova, annuncia la vita buona e bella: insomma, impegnato come tutti i rabbini del tempo. Eppure un giorno è per Dio! E proprio perché per Dio, Gesù riesce a vedere i bisogni dell’uomo in un modo differente e tutti se ne accorgono al punto da dire che «insegnava loro come uno che ha autorità». Exousía, in greco, cioè autorevolezza che viene non dalla conoscenza intellettuale, ma dalla passione, dal cuore: la sua parola non è come quella dei professionisti, ma quella di un innamorato dell’umanità. Attira e appassiona di più la sua passione piuttosto che il suo fervore, perché Dio è così: tocca il cuore e scuote le viscere, prima ancora della mente e dell’intelletto. Ma la sua autorità è differente perché Egli stesso vive una differenza: tra le tante cose da fare, Gesù è cosciente che deve anche Lui lasciarsi fare dal Padre. E vive il sabato come giorno differente.
Differente la vita, differente è la parola
«Tutti furono presi da timore», in greco exepléssonto, che significa stupore. Non è la paura, ma la meraviglia che suscita la domanda «Che è mai questo?». Non è solo il miracolo di guarigione che meraviglia, ma la decisa volontà di una parola nuova che vuole fare bene. La giornata diventa differente proprio per le parole che diciamo a cui segue lo stile che assumiamo. Abbiamo bisogno di tornare a vivere un giorno differente, ascoltare le nostre stesse parole, discernerle sotto la grazia della misericordia e così meravigliare, entusiasmare, sollevare chi incontriamo. Ma solo se ascoltiamo una parola nuova, potremo dire parole nuove, Ecco dove sta la differenza. Ascoltare la Parola di Gesù un giorno tra i tanti perché quel giorno e gli altri a venire siano sotto il segno della differenza.