2^ dom. Avvento – 7.12.’14
GLI INFINITI INIZI DELLA NOSTRA STORIA
I tanti inizi della nostra storia
Ogni storia ha un inizio, cioè un principio da cui segue tutto il resto: così è proprio della nostra storia che per avere un inizio deve entrare nel tempo, cioè entra in quella misura che non ci abbandonerà mai, sia che esistiamo sia che abbiamo terminato la nostra vita terrena quando faremo parte di una memoria che per noi no è più e per altri è un passato che trascina nel suo presente. Quando una storia inizia si carica tanto di emozioni e attese quanto di dubbi e fatiche: ogni principio è come nascere, venire alla luce, entrare in una condizione che dovrà diventare mia e che sono certo mi cambierà, tanto mi rinnoverà quanto mi trasformerà. In fondo non siamo mai gli stessi e «viviamo di inizi in inizi» (direbbe Gregorio di Nissa, padre della Chiesa d’Oriente) e in questi inizi noi possiamo rivedere, ripensare, ricollocare la nostra vita e così ci riscopriamo come dei «ricomincianti» perché attendiamo sempre di rinascere in ogni occasione. Così è bello leggere l’invito di Isaia al dramma dell’esilio di Israele «consolate, consolate il mio popolo» e, una volta rincuorati, «preparate la via al Signore». Pensiamo quanti inizi viviamo e in quanti di essi non siamo né sorretti, né compresi, né consolati. E quanti tra noi attendono una rinascita: la propria, quella di un figlio, quella di un papà, di una mamma. Così è anche Dio che nella sua eternità ha dato un inizio al suo diventare uomo per dire che ogni inizio è sempre possibile. Perché tutti possiamo rinascere.
Ogni inizio chiede coraggio e forza
Ogni nascita è una lotta: lo è stato per tutti. Un trauma che non ricordiamo ma che ha segnato per sempre un nuovo modo di respirare, vivere, nutrirsi. E’ l’inizio del nostro venire nel mondo davanti agli occhi di tutti. E da quell’inizio quanti inizi si sono susseguiti. Parlare, camminare, scegliere, decidere. Tanti momenti di un’unica esistenza. Momenti che richiedono la nostra voce e il nostro cuore: ed ecco aprirsi il tempo del coraggio e della forza. «Inizio del Vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio»: con queste parole l’evangelista ci porta dentro l’inizio di Dio in un tempo che ha coinvolto molti e che coinvolge ancora oggi ciascuno di noi. Certo c’è Giovanni il Battezzatore che apre la strada e così Gesù di Nazareth può dare inizio al suo ministero pubblico. Egli sparirà, e il suo chiudersi aprirà un nuovo inizio, dove il suo terminare è segnato da parole d’impegno nuovo «preparate… raddrizzate». Diventa «voce» di una parola nuova che nessuno ha ancora ascoltato.
Ricominciare
Quante volte abbiamo sperimentato il fallimento nel ricominciare? Quante volte ci siamo sentiti delusi, amareggiati, forse anche un po’ traditi? Penso a tanti piccoli inizi del cuore, ma anche ai molti inizi della storia di tanti di noi che devono riprendere e riprendersi. Penso ai molti che riprendono una vita in Cristo in una comunità, chi arriva nuovo e chi c’è da molto: la fatica dell’accoglienza, dell’apertura, della mano tesa ma anche la tragedia dell’abitudine, della consuetudine. Cosa è in crisi oggi più che mai in un cristiano? La sua vita è ripartita dall’amore per Dio? Avvento è ricominciare. Perché Dio ricomincia ogni volta. In ogni Natale. In ogni mia giornata. Egli che ha fatto «cieli nuovi e terra nuova».