19.01.’20 – II^ dom TO /A

GESU’ E IL BATTISTA: RISCOPRIRE IL GIUSTO POSTO NELLE RELAZIONI

relazioni

dal Vangelo di Giovanni (1,29-34)
In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui disse: «Ecco l’agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo! Ecco colui del quale io dissi: Dopo di me viene un uomo che mi è passato avanti, perché era prima di me. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare con acqua perché egli fosse fatto conoscere a Israele». Giovanni rese testimonianza dicendo: «Ho visto lo Spirito scendere come una colomba dal cielo e posarsi su di lui. Io non lo conoscevo, ma chi mi ha inviato a battezzare con acqua mi aveva detto: L’uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che battezza in Spirito Santo. E io ho visto e ho reso testimonianza che questi è il Figlio di Dio».

Introduzione

Quando vogliamo distinguere una persona dalle altre, non facciamo altro che vedere in lei alcune caratteristiche che ci vengono rivelate dalle sue parole, dai suoi gesti, dal suo modo di porsi nelle relazioni, cosa pensa di alcuni fatti e così via. In questo modo una persona dice chi è, racconta il suo modo di essere e di vivere. In un modo o nell’altro ciascuno di noi si auto-definisce, e in tal modo impariamo a conoscerci e a distinguerci per costruire relazioni vere e autentiche: ci si mette gli uni in ascolto degli altri; a volte nascono distanze più che intese, altre volte – invece – ci meravigliamo del bello e del buono che c’è in altri. Di alcuni ci mettiamo in ascolto, altri li cerchiamo, altri ancora se possibile li evitiamo. Per questo alcune relazioni sono più intense, altre meno; alcune più amicali, altre affettive; alcune di stima, rispetto, confidenza; altre decisamente distanti.

Una relazione da costruire

Tra Gesù e Giovanni il Battista vi è una relazione di parentela, di amicizia, ma ancor più di discepolato. Gesù è discepolo di Giovanni, e così comprendiamo perché ad un certo punto Giovanni indica Gesù come nuovo Maestro, «l’Agnello che toglie il peccato del mondo». Lo riconosce nonostante non abbia ancora manifestato la sua potenza divina; nonostante non abbia ancora rivelato di essere il Messia. Giovanni ha certamente costruito una relazione con Gesù ma lo ha fatto nel silenzio: ha assaporato la sua persona, il suo stile, il suo volto, le sue parole ancora nascoste. E lì, in quella relazione ha compreso di essere il suo stesso testimone: non ha raccontato nulla di Gesù, si è solamente limitato a preparare il popolo ad accoglierlo, a conoscerlo, ad amarlo. Lui è la Voce, ma non la Parola (dice Agostino); è colui che testimonia con la sua voce e la sua vita in modo coerente che tutto ormai è pronto per accogliere e vivere qualcosa di totalmente nuovo. Come testimone Giovanni potrà dire qualcosa di Gesù, ma non tutto: dovrà lasciare a Gesù il compito di svelarsi; non si arrischia di dire lui ciò che non deve, non si mette al centro, non è auto esibizionista, ma rispetta la verità di Gesù, quasi ad attendere anche lui che si sveli per conoscerlo meglio. Lo hanno interrogato se fosse lui quell’Elia che doveva venire, se fossi il grande profeta atteso, se fosse addirittura lui il Messia promesso: no! Giovanni il Battista, pur avendo tutte le qualità, ha saputo trovare il giusto posto nella sua relazione con se stesso, con Gesù, con Dio e con il popolo. Per questo era credibile.

Il giusto posto nelle relazioni

Ciascuno di noi deve stare attendo a non invadere la vita dell’altro, ma entrare in punta di piedi nel terreno altrui per crescere in una progressione continua. Quante volte abbiamo catalogato l’altro, precludendogli ogni possibilità di dirsi o di riscattarsi. Tornare ad imparare lo stile del Battista significa scoprirsi capaci di stare di fronte all’altro, accanto a lui, dentro la sua vicenda, senza invadere e distruggere. Così è anche il suggerimento per rivedere la personale relazione con Gesù. Molti lo hanno abbandonato con la pretesa di aver conosciuto tutto di Lui, quindi senza comprendere di fatto quale fosse il giusto posto da occupare in questa stessa relazione. E’ come nell’amore: più amo, più voglio conoscere l’amato, più voglio scoprirlo e conoscerlo ancora. Quando pretendo di averlo conosciuto in tutto e per tutto, allora non lo cerco più, perché non lo desidero più. Uno stile importante da recuperare nelle relazioni, nella fede, e in tutta la Chiesa, discepola e sposa, impegnata a stare al suo posto nella sua relazione col suo Sposo.