18.12.’16 – 4^ Avvento

IL SONNO E IL SOGNO: L’ARTE DI DIO DI PARLARE ALL’UOMO PERCHE’ L’UOMO SIA PIU’ UOMO

sogno sonnodal vangelo di Matteo (1,18-24)
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele, che significa Dio con noi. Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.

Introduzione
Sonno e sogno sono due termini decisamente similari, a volte l’uno implica l’altro, anche se non necessariamente. Si sogna nel sonno, ma si sogna anche ad occhi aperti: si immagina, si desidera, a volte si va oltre e si fantastica. Di fatto la grande differenza tra i due – che è anche la loro distanza – sta nel fatto che il sonno è una condizione oggettiva dell’uomo e di tutta la realtà vivente e animata: è un bisogno ed è fisiologico. Mentre il sogno è decisamente soggettivo: sia quello che si compie nello stato dormiente sia quello frutto delle fantasie più personali. Di fatto entrambi rivelano una condizione molto similare: per l’uomo, sia nel sonno sia nel sogno, è in uno stato di vulnerabilità; cioè si trova in un momento della sua esistenza per cui non siamo nella condizione di decidere, di pensare, di difenderci: siamo in balìa di tutto ciò che può accadere. Chiediamoci perché un bimbo ha timore a mettersi a letto, entrare ne buio. Il sonno, infatti, è paragonato alla morte: muore la giornata vissuta e si entra in quella nuova senza accorgersi. Simbolicamente si muore e si rinasce. Il sogno è, da parte sua, anch’esso condizione di vulnerabilità: quando avviene nel giorno esso ci distrae, ci deconcentra, ci fa andare oltre ciò che stiamo vivendo. Sonno e sogno rivelano la nostra fragilità e di conseguenza interpellano indirettamente aiuto, protezione, sicurezza.

Perché Dio parla nel sonno?

In questa esperienza decisamente umana, Dio parla; o meglio Dio ci parla e la sua parola è non solo una sicurezza e fiducia, bensì una parola che crea, fa nascere e fa rinascere dall’interno tutto l’uomo. Ricordiamo che per la creazione della donna – che rinnoverà la creazione dell’uomo – sull’uomo Dio «fece scendere un torpore». Così sarà nella nascita di Gesù, «nella notte cantano gli angeli», così della sua risurrezione, «al mattino presto trovarono la tomba vuota». Così è di Giuseppe al quale «apparve in sogno un angelo e gli disse». Dio, insomma, rende il momento più alto della nostra fragilità quale momento per farci prendere coscienza di noi stessi, di chi siamo, come siamo arrivati lì e cosa ci aspettiamo nel tempo a venire.

Il sonno ci interroga; il sogno diventa realtà

Dio, che nelle nostre notti a noi pare così lontano e indifferente, è invece più vicino che mai. Dobbiamo chiederci dove siamo noi? Chi stiamo ascoltando nelle nostre fatiche? Chi vogliamo seguire nei nostri sogni di speranza? Chi può farci risorgere – e non solo accontentare per un momento –; chi possa ridonarci il senso dell’umano vivere. Qualcuno che ci faccia tronare desti, svegli, realisti dentro le nostre vicende perché siano più umanizzate che mai. Dio è così: è più umano di questo possiamo pensare. Non per nulla Egli nasce.